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domenica 30 dicembre 2012

Dico la mia: Best of 2012

Miglior film: Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno

Scelta non così ovvia, ma alla fine più che naturale. Il climax finale della più grande serie cinematografica supereroistica mai realizzata (e dai che lo sapete anche voi) ha spaccato enormemente il pubblico, tra chi è rimasto estasiato da questa catarsi finale estrema, e chi non è riuscito a soprassedere sui molti punti incerti della trama.
La mia posizione? Decisamente più la prima che la seconda. Per quanto anche io riconosca diversi passaggi dubbi (ma nulla di traumatico, se non una scelta discutibile nei passaggi finali), vedo il film per quello che è, ossia una grande parabola su cosa significhi sacrificarsi per una giusta battaglia, e fin dove ci si debba spingere per affrontare i propri nemici, esterni ed interiori.
Fermo restando che considero Il Cavaliere Oscuro il migliore in assoluto della trilogia, questo è il finale che più meritava.

Runner up: Lo Hobbit; Psycho; I Tenenbaum; Fargo; Futurama: Il Colpo Grosso di BenderRibelle - The Brave; Prometheus; Come inguaiammo il cinema italiano - La vera storia di Franco e CiccioThe Tree of Life


Miglior Libro: "Written on the body", di Jeanette Winterson

Chiunque abbia mai elogiato il sentimentalismo alla spicciola di un Moccia qualsiasi, farebbe bene a leggere libri come questo, che sviscerano la sfera emozionale trascendendo le barriere dei generi, e mostrando il rapporto di coppia come una fusione totale e assoluta tra gli individui.
Altamente consigliata la lettura in lingua originale, in quanto l' assenza di caratterizzazione sessuale nel testo del/la protagonista accentua l' ambiguità e l' onnivalenza della storia.

Runner up: "Il Processo", di Franz Kafka; "Alice nel paese delle meraviglie/Attraverso lo specchio", di Lewis Carrol




Miglior Musica: Nick Cave and The Bad Seeds, "Murder Ballads"

Questo è stato un anno di grosso ampliamento della mia cultura musicale, ma posso dire con facilità che il concept album di Nick Cave e la sua band, Murder Ballads, abbia dominato le mie classifiche di ascolti.
La varietà delle tracce presenti, variegate per stile e musicalità, ne fanno un album da riscoprire ad ogni ascolto. E i testi sono di una profondità e di una poeticità sublime, narranti di delitti passionali, ora con ironia, ora con tragicità, riprendendo un tema popolare nel folk inglese.

Runner up: The XX; Shadow of The Damned OST; P.J. HarveyMannarino; Franco Battiato; Daft Punk;





Miglior Fumetto: "Bone", di Jeff Smith

Bone è il classico esempio che parte dall' essere una cosa e giunge ad esserne un' altra. Pur senza tradire la sua vena spiritosa, questo si è evoluto velocemente dalla commedia iniziale, in qualcosa di ben più denso e corposo, arrivando a meritare a tutti gli effetti un posto d' onore tra le saghe fantasy più celebri.
Il bello è che lo fa senza stravolgere nulla; Bone di rivoluzionario, specie se non contiamo la sua vena comica, non ha nulla. Ed è questo il suo punto di forza: l' avere una storia semplice, ma raccontarla mostruosamente bene, dimostrando come non serva impaperarsi in un' epicità forzosa, perché se c' è una grandezza da svelare, questa verrà da sé.

Runner up: "Persepolis", di Marjane Satrapi; "Preacher", di Garth Ennis e Steve Dillon; "Neonomicon", di Alan Moore e Jacen Burrows; "Saiyuki Reload", di Kazuya Minekura; "Don Zauker", di Emiliano Pagani e Daniele Caluri;  "Kick-Ass 2", di Mark Millar e John Romita Jr.


Miglior Videogioco: Red Dead Redemption (Game Of The Year Edition) [360]

Pochi dubbi su chi avrebbe dominato questa sessione quest' anno. Red Dead Redemption merita di diritto un posto tra i primi dieci giochi della corrente generazione di consolle, e di sicuro avrà menzioni in future classifiche dei migliori di sempre.

Parti al galoppo nella prateria, vedi un' antilope. La insegui un pò, poi le assesti un colpo dritto alla nuca. La scuoi, potrai rivenderla in qualsiasi drogheria. Ma prima sali su quel costone, qualcuno grida aiuto: una diligenza assalita dai banditi. Li uccidi tutti meno uno, è il boss; lo incapretti e lo porti fino in galera, incassandone la taglia. Poi riparti, ma si fa buio. Prepari quindi l' accampamento per la notte, e rimanete tu, il tuo cavallo, l' infinito che ti circonda, e le stelle a guardarvi.

Runner up: Portal 2 [360]; Pokémon: Versione Nera 2 [DS]Kingdom Hearts: Birth By Sleep [PSP]; Shadows of the Damned [360]

Il Gigante di Ferro

Quando non s' ha da fare, non s' ha da fare. Con tutto che Il Gigante di Ferro, se non il migliore, uno dei massimi prodotti del fu studio di animazione 2D della Dreamworks, ne segnò anche il tracollo.
Il periodo era quello di transizione dal 2D al 3D, e di lì a poco proprio la Dreamworks si sarebbe rifatta abbondantemente con quella cuccagna che fu Shrek.
Io non sono uno di quelli che rimpiangono i bei tempi andati, ma, praticando io stesso il disegno come hobby, trovo ben più affascinante un disegno fatto a mano di un' immagine realizzata al computer.

Per quanto presenti alcuni primi inserti di computer grafica, Il Gigante di Ferro è figlio della vecchia scuola, e un ottimo esempio di questa, presentando un' estrosa rappresentazione dell' america cinquantina, in piena guerra fredda (contesto che ha suscitato qualche polemica per una supposta politicizzazione del film. Polemiche ridicole, a mio avviso), che raggiunge l' apice nella rappresentazione del robot, anni '50 che più anni '50 non si può (e sul finale darà spettacolo a non finire, senza snaturare in alcun modo la sua natura retrò).

L' ottima sceneggiatura è supportata da un cast ben caratterizzato, a cominciare dal protagonista Hogart (uno dei "fanciulli animati" più accattivanti che abbia mai visto), proseguendo per l' agente del governo (detestabile ma brioso), per finire per il custode della discarica (uno di quei tipi che ti fa piacere avere intorno).

Meritevole di una visione, quanto meno per vedere come andavano le cose prima del tramonto di una tecnica di fare cinema che, negli ultimi anni, ha affrontato (almeno in occidente) il suo momento di maggior declino.

martedì 25 dicembre 2012

Top Ten Final Boss Fights

PROSEGUE DIRETTAMENTE DAI BOSS NON FINALI

I boss finali rappresentano la summa di quanto vissuto nell' arco di un videogioco. Quando la sfida è attesa da lungo tempo, e questa si rivela la degna conclusione dell' avventura, ci si sente soddisfatti di essere giunti fin lì, di aver compiuto l' impresa (e purtroppo la mancata comprensione di tale appagamento catartico è la principale causa di denigrazione dei videogiochi da parte di chi li critichi).
Questi sono i dieci boss che maggiormente mi hanno lasciato quella soddisfazione così rara e preziosa.

10. NIGHT TERROR - da SOUL CALIBUR III      -video-



Grande parte del fascino di questa boss fight consiste nella cripticità insita nello scovarla. Sbagliare anche solo un passo del procedimento avrebbe altrimenti condotto alla più canonica lotta che vedeva Abyss quale nostro opponente.
Per potervi accedere, bisognava affrontare la modalità storia del gioco, e proseguire senza esser sconfitti neanche una volta (impresa non impossibile). Dopo un tot di vittorie, al giocatore verrà proposta una scelta diversa da quella classica, ovvero se seguire o meno le voci di un potente guerriero nascosto all' interno di antiche rovine. Accettare avrebbe significato dover affrontare alcuni combattimenti decisamente più impegnativi rispetto ai soliti, fino a giungere al confronto finale con Olcadan, forse il più difficile dell' intero gioco.
Arrivando a questo faccia a faccia (vincerlo o meno è secondario), l' esito successivo della fusione di Zasalamel con le due spade sacre avrebbe dato origine a Nightterror, piuttosto che al suddetto Abyss.
Il primo scontro con il bestione avrebbe spiazzato più di un giocatore, in quanto egli, fondalmente una versione steroidata di Nightmare, avrebbe caricato come un animale senza lasciare un attimo di fiato, con mosse ai limiti del denunciabile, e peraltro non essendo nemmeno suscettibile di ringout, in quanto quelle ali non sono lì tanto per estetica.
Ciliegina sulla torta, l' arena proposta rappresenta a livelli a dir poco cosmici la dualità dei poteri della Soul Edge e della Soul Calibur (in maniera decisamente più sottile di quanto fatto nel IV con quella di Algol).


9. GHECIS - da POKéMON VERSIONE NERA/BIANCA    -video-



Pochi villain del marchio Pokémon hanno il carisma e rappresentano l' incarnazione stessa del male come Ghecis.
La cosa più interessante del suo gruppo, il Team Plasma, è quella di porre una domanda veramente interessante, che poi sarebbe la critica principale che i moralisti muovono alla serie: i pokémon sono davvero felici di lottare per i propri allenatori?
Guidato dal loro carismatico leader, il gruppo si presenterà come un misto tra un partito politico e degli ecoterroristi, arrivando ad espropriare gli allenatori dei propri pokémon, dietro il pretesto di riportarli in libertà. La fondamentale ipocrisia del fatto che per fare questo usino a loro volta dei pokémon catturati, si spiega nel fatto che tutto ciò serva a mascherare un piano che mira, chiaramente, a conquistare il mondo tramite il loro uso esclusivo.
A coronare il curriculum di questo chierichetto, che dire del fatto che abbia allevato il proprio figlio, N, come un recluso, inculcandogli idee e concetti affinché potesse fungere da sovrano-marionetta nel nuovo ordine costituito?
A sottolineare la drammaticità dello scontro vi è il tema musicale, il più intenso di tutto il franchise e tra i migliori boss themes di sempre. Ghecis non sarà un avversario da prendere sotto gamba, presentante un team composto da pokémon altamente minacciosi, su tutti un Hydreigon, l' unico che affronterete in tutto il gioco, come a sottolineare ulteriormente la crucialità della sfida proposta.


8. IMPERATORE ING - da METROID PRIME 2 : ECHOES   -video-



Per quanto mi piaccia, una tirata d' orecchio che devo fare alla trilogia Prime è quella di avere delle boss fights finali per lo più sottotono. Nel gioco originale, il metroid prime che affronteremo presenta una forma finale decisamente poco epica e per lo più frustrante da affrontare (ed è un peccato, perché l' inizio prometteva faville). Nel 3, invece, dopo lo sfavillante scontro finale contro Dark Samus dovremo affrontare l' Unità Aurora infettata dal Phazon, ed è decisamente disarmante pensare che la serie si chiuda così.
Fortunatamente, il secondo, capitolo spesso ritenuto la pecora nera della serie, sotto questo punto di vista dà indiscutibilmente la pista ai suoi fratelli, in quanto l' Imperatore Ing rappresenta la summa dell' avventura intrapresa (in realtà dopo seguirebbe uno scontro con Dark Samus, ma vabbè).
Così come Quadraxis, anche questa è una di quelle boss fights caratterizzate dall' ampio e completo sfruttamento di tutte le abilità della protagonista acquisite fino a quel momento.
La lotta ci vedrà innanzitutto intenti a stanarlo dal suo guscio, affidandoci a precisi colpi del cannone, e a tutte le proprietà della classica morph ball per colpirne i punti critici.
Ma una volta che si mostrerà nel suo vero aspetto inizieranno le danze, in quanto attaccherà come un forsennato, sfruttando appieno i propri poteri oscuri, e anche la capacità di generare energia luminosa, costringendo noi stessi ad alternare il nostro fuoco tra le due modalità, di volta in volta sfruttando quella opposta alla sua.


7. BABY BOWSER - da SUPER MARIO WORLD 2 : YOSHI'S ISLAND    -video-



In linea con lo spirito "infantile" del gioco, anche Bowser ci viene proposto nella sua versione fanciullesca. Il che per certi versi potrà essere deludente, visto che negli scontri precedenti i programmatori non hanno certo lesinato sulla scala dei boss, sempre semplicemente gargantueschi a confronto del povero Yoshi.
Ma dopo una breve scaramuccia dalla facilità disarmante, la strega Kamek... o stregone, per quel che ne so io, userà il suo solito incantesimo, ed ecco uno dei massimi momenti WTF della storia dei videogiochi: il minuscolo emulo di Grisù diventa il cugino di Godzilla!
Per quanto la difficoltà sia ancora relativa, a rendere la boss fight particolarmente intensa sta il fatto che, mentre sarete impegnati a prendere la mano col nuovo sistema di mira, "Baby" Bowser avanzerà inarrestabile verso di voi dall' orizzonte, il che, supportato da una soundtrack a dir poco ansiogena, avrebbe messo non poca paura nei cuori dei più giovani.


6. JUBILEUS - da BAYONETTA     -video-



Qualcosa che in buona parte dell' industria dei videogiochi odierna è stato perduto, è la capacità di creare attesa per il boss finale. Non sono rari purtroppo gli esempi di giochi che, chi meglio e chi peggio, vi metteranno all' improvviso davanti un anonimo figuro da uccidere prima di vedere i titoli di cosa.
Questo gioco, però, sa anticipare bene l' epico scontro che ci attende, in quanto tutti i boss del gioco (che non sono delle pippe), fanno costantemente riferimento ad una certa Jubileus.
Lungo l' arco di tutto il gioco, Bayonetta spinge sempre più verso l' infinito l' indicatore di assurdità di quanto assistiamo su schermo, e proprio quando era difficile immaginarsi cosa avrebbe potuto superare quanto già visto, ecco arrivare lo stage finale, contenente la sfida con Jubileus la Creatrice. Non ci sono molte parole per descrivere quanto succede, percui mi limiterò a descriverlo.
Innanzitutto vi dovrete arrampicare lungo un razzo sparato verso lo spazio cavalcando una moto, per raggiungere la colossale statua postavi in cima. Successivamente la statua si svelerà quale l' incarnazione della suddetta Dea, e comincerà lo scontro corpo a corpo contro di questa, che,oltre ai cari vecchi cazzottoni, modificherà l' ambiente circostante sfruttando vari elementi, senza contare colpi ormai celebri, quali LANCIARVI DELLE GALASSIE ADDOSSO.
Una volta esaurita la sua energia, invocherete il suo alter ego oscuro, che le darà un pugno così forte da spararla dritta dentro il Sole (e voi dovrete direzionarla per schivare i pianeti del sistema solare).
A coronare il tutto, dovrete distruggere quel che resta della statua prima che si schianti sulla Terra.
Avete ancora fiato?


5. YAMI - da OKAMI     -video-


Come l' Imperatore Ing, anche Yami metterà a dura prova la vostra praticità con i poteri del personaggio. Questo, unito alla maggiore densità narrativa rispetto all' ottava posizione, ne fanno un boss finale coi controfiocchi.
Questi si rivela essere un nemico interessante già a partire dalla sua simbologia. Okami è un gioco che ruota interamente attorno al ripristinare il benessere della natura, gettata nel degrado dall' imperversare dei demoni. Sarà un caso il fatto che Yami, loro signore supremo, sia l' unica macchina nel gioco? (non contando i boss Lechku e Nechku, comunque demoni)
La battaglia inizierà sotto i peggiori auspici, in quanto Yami ci priverà fin da subito di tutti i poteri celestiali acquisiti lungo l' avventura. Dovremo quindi recuperarli, avanzando di fase in fase, sopravvivendo e tutte le trasformazioni del demone, che passerà da approcci più riflessivi e sulla distanza ad assalirvi come un forsennato.
Quando, verso la fine, l' oscurità sembrerà prendere definitivamente il sopravvento, tutto il popolo del Giappone, ossia tutti i personaggi che avrete incontrato e aiutato durante il gioco, spinti dal vostro compagno Issun, riscopriranno la fede nella vostra divinità, e le loro preghiere congiunte vi daranno il potere necessario per esorcizzare il male una volta per tutte dalla Terra. Epico.


4. MOTHER BRAIN - da SUPER METROID     -video-



Forse tra tutte le boss fight nella classifica, questa è quella col maggiore valore storico nel medium.
La serie di Metroid non si è mai distinta per le sue doti narrative, avendo in quasi ogni capitolo puntato tutto sull' immersione diretta del giocatore in un' ambiente ostile e sconosciuto. Super Metroid non fa eccezione, se non che verso la fine dell' avventura, quasi fosse un film espressionista d' inizio '900, riesce a sviluppare brillantemente il pathos affidandosi unicamente a suoni e movimenti.
Dopo l' incontra ravvicinato con un gigantesco Metroid, che inspiegabilmente ha risparmiato la vita a Samus, questa si ritroverà faccia a faccia con il redivivo Mother Brain, in uno scontro che rievoca in toto quello svoltosi nel Metroid originale, in cui l' unica cosa da fare è rompere la sua schermatura e bombardarlo di missili, evitando di essere colpiti dal fuoco delle torrette.
Quando tutto sembra finito, però, il pavimento crollerà, trascinandovi in' un area più grande, in cui l' alieno rivelerà finalmente il suo vero aspetto, mutando lo scontro da uno "schiva e attacca" ad un più serrato scambio di colpi con l' animale.
La superiorità del nemico si farà vedere ben presto, e il giocatore verrà velocemente ridotto in fin di vita. Ma prima che il colpo finale ci distrugga, il suddetto Metroid irromperà, aggredendo e mettendo fuori gioco Mother Brain, e ripristinando la nostra energia. Anche egli però dovrà soccombere alla forza del nemico, che, ripresosi, tornerà all' attacco vagamente incazzato. Il Metroid, però, disintegrandosi sotto i colpi dell' avversario, passerà a Samus i propri poteri, dandole a sorpresa la forza necessaria per avere la meglio su Mother Brain, e chiudere definitivamente la storia col pianeta Zebes.


3. XEMNAS - da KINGDOM HEARTS 2     -video-


Il combattimento contro Xemnas rappresenta la venuta dei nodi al pettine di una trama protrattasi due anni e per ben tre giochi, a partire dal primo Kingdom Hearts, passando per Chains of Memories, e finendo in Kingdom Hearts 2 (questo almeno fino a tutti gli spin off del caso, ma è un' altra storia).
Lo scontro ci vede innanzitutto impegnati a raggiungere Xemnas, posto in cima alla sua fortezza, e che non esiterà a scagliarvi addosso di tutto, anche palazzi, pur di fermarvi. Fattivi strada al suo interno fino a sconfiggerlo, la battaglia sembra poi conclusa, salvo venire sia Sora che Riku trasportati di peso in una dimensione oscura in cui uno Xemnas all' apice della sua forza li affronterà. Questi sarà a cavallo di un colossale drago meccanico, che dovrete affrontare in una sessione che ricorda molto quelle a bordo della Gummiship.
Successivamente i due lo affronteranno nuovamente equipaggiato con la sua armatura da Maestro Keyblade (chiunque abbia giocato Birth By Sleep capirà), e solo dopo ci sarà il confronto finale (in cui indosserà un soprabito con i tribali molto chic) che è fuori da ogni dubbio uno dei più intensi e serrati mai apparsi su PS2, reso ancor più intenso dalla cooperazione necessaria tra i due protagonisti per riuscire nell' impresa, come quando il giocatore prende il controllo diretto di Riku per liberare Sora.
E il super attacco con i laser è talmente esagerato da far schizzare gli occhi di fuori.


2. ANUBIS - da ZONE OF THE ENDERS : THE SECOND RUNNER     -video-



Il tema della lotta contro il proprio opposto, come detto altrove, è uno dei leit motiv più canonici e accattivanti di qualsiasi produzione artistica. La lotta che vede contrapposti il Jehuty e l' Anubis ne è l' ennesima incarnazione, è una delle più notevoli, a mio avviso.
Dopo avervi ingannato mettendovi davanti un suo doppione, Nohman, pilota di Anubis, attiverà il trasporto che da Marte vi trasporterà su Phobos, sede della stazione Aumaan. In seguito a uno scontro lungo il tragitto, nonostante il Jehuty sia pesantemente danneggiato, riusciremo a colpire pesantemente a nostra volta l' avversario, il quale si fonderà quindi con il nucelo di Aumaan, diventando Aumaan Anubis.
Questo sarà il combattimento più difficile di tutto il gioco: il boss possiederà tutte le mosse mostrate in precedenza (una versione alternativa dei vostri stessi attacchi), nonché nuove abilità dategli dai suoi nuovi poteri, pressoché sconfinati, su tutti la capacità di rigenerare l' energia perduta.
A rendere veramente estremo lo scontro, è la velocità con cui si svolge. Lo scambio di fendenti e parate tra i robot, la pioggia di laser, e soprattutto l' utilizzo dello Zero-Shift e della sua accelerazione estrema, richiederanno al giocatore di dimostrare quanto abbia veramente imparato nel corso dell' avventura.


1. VERGIL - da DEVIL MAY CRY 3 - DANTE'S AWAKENING      -video-




Cosa può superare lo scontro tra due mecha "gemelli" che lottano nello spazio? Due gemelli mezzi demoni che lottano alle porte dell' inferno. Non ripeterò la filippica sulla lotta tra opposti, quindi parliamo subito del combattimento in sé, a partire dalla musica. Vergil Battle 3 è il miglior tema musicale che una boss fight abbia mai potuto sfoggiare, e spicca su tutte le altre del gioco per il suo tono decisamente più epico.
Tale magnificenza si accompagna ad uno scenario che simbolizza perfettamente il setting da "ora o mai più" del combattimento: una cascata nel mondo demoniaco.
Quanto alla lotta in sé, rappresenta l'apice di un gioco che di picchi era già zeppo, e una conclusione più che degna. Vergil è velocissimo, potentissimo, e se preso sotto gamba è in grado di ammazzarvi prima che ve ne rendiate conto. Il culmine dello scontro è quando ricorre al suo Devil Trigger, che porta il combattimento a livelli supersonici, specie se anche voi vi trasformerete.
Ma quello che rende questo combattimento così memorabile, al di là dello scontro in sé, sono l' inizio e la conclusione, che tradiscono una profondità di sentimenti ben più profonda di quanto non ci si potesse aspettare da un gioco in cui il protagonista fa il surf su di un missile. Dante deve prendere atto che l' unico modo per fermare Vergil è ucciderlo, per quanto questo significhi porre fine alla vita del proprio fratello.
Alla fine, dopo ogni battaglia, i demoni sono stati cacciati, il mondo è al sicuro, ma vostro fratello è perduto per sempre. E anche un demone può piangere.

sabato 15 dicembre 2012

Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato

Ho realizzato quale sia il mio rapporto verso la saga de Il Signore degli Anelli solo quando sono entrato nel vortice dell' attesa per Lo Hobbit.
Sono passati circa dieci anni da quando, undicenne, vidi al cinema La Compagnia dell' Anello, e di acqua sotto i ponti da allora ne è passata, come ne è passata tra questo film e i suoi "sequel". Non sessant' anni, ma insomma.
Il mio approccio a questa nuova trilogia, conseguentemente, è lo stesso di chi, cresciuto con Guerre Stellari, è andato col cuore in mano a vedere la nuova trilogia: felicità, speranza, e anche paura di vedere i propri ricordi rovinati, se non stuprati.
Ma possiamo metterci il cuore in pace: Un Viaggio Inaspettato è un grande film, la cui effettiva portata sarà però riscontrabile solo alla chiusura del cerchio, con la conclusione del terzo film, per vedere quanto e come questi frammenti s' incastonino tra di loro.

Da premettere però che chiunque si aspetti un film dai toni epici e seriosi potrebbe provare disappunto, in quanto, fedelmente a quello che era l' intento del libro originale (scritto come racconto per bambini), i toni qui sono più leggeri, addirittura fiabeschi.
Sotto questo punto di vista, sarebbe stato davvero interessante vedere cosa ne sarebbe uscito, se alla regia fosse rimasto Del Toro (non ricordo bene le traversie di produzioni che hanno portato Jackson a prendere la cosa in mano), ma la sua influenza, se non sul piano direttamente registico, la si riscontra indiscutibilmente su quello visivo. Esseri come il re dei goblin e lo stregone bruno sembrano decisamente troppo coloriti e caratteristici perché lui non li abbia nemmeno visti.



Questo ci porta ad un' altra questione: allungare il brodo. Come sapranno quasi tutti, il libro è uno solo, e neanche particolarmente lungo, mentre i film saranno tre. Per la filosofia del "mungere la vacca", si è dovuto obbligatoriamente inventare materiale, senza contare la necessità di collegarsi alla trilogia originale. Il risultato, sorprendentemente, è migliore di quanto si potesse pensare.
Per forza di cose, quello che nel libro era inizialmente solo una caccia al tesoro, qui viene presentata fin da subito quale un' impresa ben più nobile, e tale cambiamento, unito alla suddetta necessità di rievocare i primi film, porterà all' introduzione di personaggi ed eventi, talvolta originali, talvolta già visti, ma del tutto nuovi a quello che era Lo Hobbit. Il risultato, comunque è più che soddisfacente.

Come nei prequel di Guerre Stellari, si guarda il film sapendo già chi sarà il cattivo.

L' unico a risentirne è il ritmo, che nella prima metà del film è piuttosto lento, non si può negare. Pieno d' atomosfera, ma esitante a ingranare. Comunque, superata la prima ora non ci sarà il tempo di annoiarsi, visto che si passerà da una situazione estrema all' altra, e ci sarà anche spazio per una certa comicità, sia verbale che slapstick.
A sottolineare ulteriormente lo spostamento di toni dai vecchi film sta la presenza delle canzoni. Sono solo due, e di queste solamente una è veramente memorabile, ma io sono contento che fossero presenti; il libro ne era zeppo, e spero che non lesinino di metterne almeno una in ognuno dei seguiti.

Un' altro punto di discussione interessante è quello dei personaggi.
Bilbo è profondamente diverso da Frodo, avrà molte reticenze ad unirsi alla banda, e anche dopo avrà molte titubanze, quindi il suo progressivo coinvolgimento nell' avventura sarà particolarmente stimolante.
I nani, per forza di cose, non presentano un vasto approfondimento psicologico, visto il loro numero. Unica eccezione in tal senso, naturalmente, è Thorin, che potremmo definire l' Aragon de Lo Hobbit, anche se caratterialmente presenta delle differenze notevoli. La sua scontrosità e predisposizione a fare il cagacazzi possono renderlo pesante saltuariamente, ma anche lui nel corso del film dovrà ricredersi su certe cose.
Il resto della "feccia nanica", per quanto per lo più comprimari, è comunque accattivante, e ogni suo membro presenta una caratterizzazione ben distinta dagli altri.



Gandalf è la sorpresa più gradita. Ian McKellen, per quanto visibilmente invecchiato, ci presenta uno stregone grigio simile eppur diverso da quello già visto. Più scherzoso, persino più giovanile (per quanto si possa parlare di gioventù per un essere millenario!), più caldo del già paterno stregone della più conosciuta Compagnia. Un sentito complimento a Gigi Proietti, che ha avuto il non facile compito di sostituire al doppiaggio il compianto Gianni Musy, riuscendo bene nell' intento.
Ma chi spicca veramente è Gollum. Mezzora del film è dedicata al suo personaggio, ed è forse quella più intensa di tutta la visione. Non solo il capitolo "Indovinelli nel buio" è riproposto qui magistralmente, con picchi di tensione mica da ridere, ma riassume perfettamente la caratterizzazione già vista in tre (oddio, in realtà due) film, e la espande, addirittura, approfondendo il sentimento di pietà che un personaggio del genere può instillare nello spettatore.

Puccioso mode: on.

Ormai sono entrato nel tunnel. Il conto alla rovescia per i prossimi capitoli è già iniziato (La desolazione di Smough, per il tardo 2013, e Andata e Ritorno, per l' estate 2014), e non posso che raccomandare a tutti di tuffarsi (per la prima volta, o meglio ancora, nuovamente) nella Terra di Mezzo senza alcuna esitazione, in quella che definisco senza alcuna esitazione la serie cinematografica più grande, se non di sempre, dei nostri tempi.
Se per gran parte della visione te ne sei stato con un sorriso ebete in faccia, sai che stai vedendo un buon film.

venerdì 7 dicembre 2012

Lanterna Verde

Ne avevo sentite di cotte e di crude su Lanterna Verde. Per la precisione più di crude che di cotte. Ma, sarà anche perché sono reduce da poco dalla visione di uno dei peggiori film supereroistici mai creati, l' ho trovato ben lontano dalla schifezza che tutti dicevano.

Ma con questo non mi si fraintenda, siamo lontani dalle vette del genere, quali Batman (di Nolan o Burton, decidete voi), o anche lo Spider-Man di Raimi. Non tanto per mancanza di brio nel ritmo (anzi, la mano del regista sa rendere il racconto decisamente saporito, salvo qualche momento un pò lento), ma a frenarlo dall' ambire a vette superiori ci stanno una certa semplificazione del concept originale (si vedano le origini di Parallax), chiaramente per motivi di accessibilità al pubblico, e un intreccio decisamente troppo lineare nel suo dipanarsi.

La critica maggiore spesso rivoltagli è quella d' ignorare quelli che sono i passi avanti fatti in sede dell' analisi nel rapporto eroe-antagonista da un decennio a questa parte. Per quanto ci sia comunque una maturazione in Hal Jordan, questa è comunque poco chiara e criptica su quali siano i risultati raggiunti rispetto a prima; mentre per Hector Hammond c' è solo il declino, arrivando a fare più pena che provocare odio.

Comunque sia, la visione del film è tutt' altro che ostica, e contando anche l' ottimo impianto d' effetti speciali presente, non ci sono motivi per non sperare in un sequel, che tra l' altro ha già la storia scritta, grazie al finale bonus presente poco dopo i titoli di coda.

sabato 1 dicembre 2012

"Il Processo", di Franz Kafka

Se c' è una parola che può riassumere bene Il Processo, quella è "angoscia". Un angoscia soffocante, confusa, di quelle che ti mettono nella condizione di sapere di stare per sbattere contro qualcosa, ma quel qualcosa non arriva mai.

K. si ritrova, senza alcun preambolo, coinvolto in un processo che lo vede accusato di una colpa sconosciuta. E tale colpa sembra del tutto secondaria rispetto al processo in sé, al punto che quasi subito non interesserà più nemmeno al protagonista, troppo preso dall' avere la sua rivalsa nei confronti di un meccanismo giudiziario che ha del divino, nella sua imperscrutabilità.

Il Processo è un racconto del rapporto di tutti con il potere e l' autorità, ossia un' entita aliena e alienante che, pur nascendo dagli uomini, ne diventa quasi un padrone esterno, al punto che nessuno ne può comprendere appieno l' estensione e la vera natura.

venerdì 30 novembre 2012

Ghost Rider - Spirito di vendetta

Sinceramente non so manco perché sia qui a parlare di sto film. Non ne ho nessunissima voglia. Un' ora e mezza di vita che avrei potuto impiegare molto più proficuamente, magari radendomi la barba e riattaccarla pelo per pelo.

Non salvo nulla di questo film. Nulla. Riesce a far passare per decente quell' altra cretinata del primo. L' unico aspetto progredito rispetto a prima è una resa molto migliore della CG del Rider (ed era il minimo, visto quant' era posticcio prima). Questo e quando trasforma la macchina scavatrice; quella era veramente figa. Peccato fossero giusto due minuti nel mucchio.
Per il resto, è indifendibile.

Non salvo i dialoghi, che sono terribili, e inutili. Non salvo le scene riempitive, che allungano il brodo senza avere la minima ripercussione sulla trama. Non salvo Il finale becero e buttato lì perché in qualche modo doveva finire. Non salvo il cattivo, osceno e patetico (Ghost Rider, uno dei personaggi Marvel più potenti, fa a cazzotti con quello come un Seagal qualunque?). Non salvo Nicholas Cage, che credo abbiano tenuto sotto anfetamina per tutta la durata delle riprese. Non salvo un cazzo.

domenica 25 novembre 2012

Iron Sky

L' arte di non prendersi sul serio. Se mai dovessi scrivere un libro del genere, come copertina userei di sicuro la locandina di Iron Sky.
Perché per superare indenni la visione di un film che parla di una colonia di nazisti che, nel corso della seconda guerra mondiale, si è insediata sulla Luna, e che nel prossimo futuro muoverà all' invasione della Terra, bisogna essere in una determinata condizione e propensione mentale, che probabilmente non molti hanno.

Ma più che in un futuro distopico alla Orwell, siamo dalle parti di una puntata di South Park, dove situazioni paradossali e surreali vengono sfruttate per prendere in giro la nostra società.
Il risultato, per quanto non hai livelli dello show di Parker e Stone, è un film meritevole quantomeno di una visione. La satira non è graffiante come ci si aspetterebbe in un primo momento, ma i messaggi veicolati sono ben chiari, come il fatto che tra i politici americani (e non) e i nazisti lunari ci siano ben poche differenze. C' è da dire però che il finale è sorprendentemente amaro, mi ha lasciato con una sensazione che non mi sarei aspettato da questo film.

A rovinare un pò la festa ci sta qualche calo di ritmo ogni tanto, rinculo del fatto che il film si prenda il suo tempo per delineare certi personaggi (lavoro forse eccessivo per un' opera del genere). Oltretutto mi sento di evidenziare la parodia della classica scena dell' incazzatura di Hitler da La Caduta. L' idea è simpatica, ma la scena, passato quel secondo di compiacimento per averla riconosciuta, non è per niente divertente; un richiamo alla corrente pop culture evitabile.



Parte del fascino del film viene da un' estetica sorprendentemente ricercata. Anche se certi dettagli sanno proprio di grossolano (come le tute degli astronauti a inizio film), i valori di post produzione sono decisamente soddisfacenti, con degli effetti speciali più che discreti, accompagnati da una fotografia davvero accattivante, nonché un design ispirato (solo l' apparizione degli Zeppelin spaziali vi farà ridere per l' idea in sè).

Dategli una possibilità. Se siete il pubblico adatto, da soli v' intratterrà. Con la compagnia giusta, lo ricorderete per sempre.

PS: speriamo di rivedere quella gran figliola di Julia Dietze più spesso.


sabato 24 novembre 2012

"Allen", di Leo Ortolani

Il miliardario Allen, non avendo di meglio da fare, inscatola in un astronave un manipolo di disperati, alla ricerca dei propri creatori alieni, nello spazio più profondo.

Se non fosse per Rat-Man, il nome di Ortolani di sicuro verrebbe associato come prima cosa al termine "parodia", visto che alcune delle sue opere più memorabili s' inscrivono in questo filone.
D' altronde, l' aver imposto un livello qualitativo così alto rischia di procurare delusione nei confronti di lavori che, presi a sé, non risultano per niente male, ma che, paragonati agli illustri predecessori, deludono le aspettative. Questo è il caso di Allen, parodia combinata di Alien e Prometheus.

Il problema principale del plot è quello di procedere con una lentezza inaspettata per un one shot come questo. Premettendo che non si arriva mai a parlare di noia, la vicenda presenta alcuni momenti eccessivamente lunghi, che fanno aspettare, anche per diverse strisce, l' arrivo della battuta.

Toni così moderati andrebbero più che bene per una storia a puntate della serie principale (come è il caso dell' appena conclusa trilogia dei numeri 91, 92, e 93, non eccezionalmente abbondante di risate, ma intensissima dal punto di vista narrativo), ma nel caso di una parodia del genere si deve puntare su un umorismo serrato e costante.
Non che in tal senso sia tutto da buttare, anzi; Misterius, sfottò a Voyager e Mistero, diverte come la prima volta, per dirne una. Ma diverse occasioni per degli sketch potenzialmente esilaranti non sono state nemmeno colte, con una eccessiva insistenza sulla sacrificabilità dei personaggi che non siano protagonisti.
Graditissimo, comunque, il ritorno del personaggio del Nano.



Stilisticamente parlando, Ortolani ha deciso di ripresentare il tratteggio stilizzato e ruvido già offertoci nei numeri 86 e 87 della testata principale, decisamente affine nello spirito ad Alien, meno a Prometheus. Il risultato è decisamente encomiabile, in quanto alcune vignette presentano un impatto che forse, con il classico stile ben delineato che conosciamo, non avrebbero avuto lo stesso effetto.

Lungi dall' essere un opera scadente, Allen è semplicemente un lavoro più sottotono rispetto ai suoi colleghi. Certo non è da intendere come un segno di stanchezza dell' autore, visto che risale a poco tempo fa la saga del Grande Magazzi, divertentissima parodia a Harry Potter e Twilight.
Forse in questo caso l' autore ha speso più attenzione a disegnare, piuttosto che a scrivere. Forse il periodo è gremito d' impegni.


domenica 18 novembre 2012

300 di queste risate: dieci video che mi hanno fatto scompisciare

Trecentesimo post! Emozionati? Si? No? Idem qui. Ma visto che comunque mi andava di fare qualcosa di diverso per questa sottospecie di occorrenza, ho fatto una classifica di dieci video che mi hanno fatto ridere fino a piangere. Enjoy.

10. ASK RAPTOR JESUS



Un video carino. Niente di speciale a dire il vero. Ma a farlo risaltare, guarda caso, e proprio Raptor Jesus! Innanzitutto ci offre uno dei più interessanti (nonché sinceri, secondo me) discorsi sulla salvezza. E poi, quei 4 secondi, a partire dal minuto 1:21, mi hanno fatto crepare. Oscar per miglior momento inaspettato in un video!

9. CHARLIE THE UNICORN



Odissea tragicomica in più parti di un unicorno. Non so come altrimenti riassumerlo.

8. AVOYAGER



Il re delle parodie in italiano, per quanto mi riguarda. Nonché attendibilissima fonte d' informazione scientifica. Almeno quanto il programma ispiratore. Obbligatorio vederne anche la seconda puntata.

7. RICHARD BENSON



Quella dei personaggi da Youtube è una delle piaghe della società contemporanea. Ma ci ha portato tanti e tali figuri che alla fine si può anche perdonare (basta non diventarne uno). Il mio preferito in tal senso è Richard Benson. Anche più di Germano Mosconi (RIP).

6. ALADDIN COMMITS SUICIDE



Ammetto pubblicamente di avere un debole per i video del genere Youtube Poop. Se fatti bene, sono dei piccoli capolavori. Questo non è da meno. Ma in assoluto la scena che ha rischiato di ammazzarmi è quella a partire dal minuto 7:04. Occhio.

5. BIRDEMIC, by JONTRON



Jontron è uno degli youtubers che seguo con più interesse. I suoi video sono interessanti, realizzati benissimo, e soprattutto dannatamente divertenti. Tra tutti ho pescato questa recensione di Birdemic, in quanto contiene un paio dei suoi migliori momenti in assoluto.

4. LEO AND SATAN - LEO GOES TO SCHOOL



L' umorismo di Psychicpebbles è... malato a dir poco. Quindi non può non piacermi. La sua produzione più famosa è la serie Leo And Satan, e questo è la mia puntata preferita.

3. IL PRESENTATORE INCOMPETENTE



Avviso a tutti gli avventori: da qui in poi iniziano quelli che mi hanno procurato serie crisi di asfissia. Siete avvertiti.
Riguardo al video in terza posizione, qualsiasi anticipazione ve lo rovinerebbe. Scopritelo da soli.

2.  MICHAEL THE TERRIBLE BOYFRIEND



Harry Partridge, altro youtuber che carica i suoi corti animati che seguo. Meno deviato di Psychicpebbles, ma non per questo più contenuto. Come Ask Raptor Jesus, anche questo deve tutto al colpo di scena finale, ma con un crescendo decisamente migliore (per non dire del tutto inaspettato).

1. AWESOME REACH



Come cavalcare perfettamente l' onda di uno dei peggiori hype degli scorsi anni (quello per il gioco Halo Reach). Ho passato una serata intera a guardare questo video, e ci sono voluti due giorni prima che ridessi di meno. Premete play e trattenete il fiato.

giovedì 15 novembre 2012

Top Ten Boss Fights (non finali)

La vergogna maggiore non è tanto che la prima classifica fosse fatta malino, a rivederla col senno di poi, ma piuttosto che sia il mio post più visualizzato in assoluto, percui quella mezza schifezza è manifesta a tutti!
Stavolta, per mettere maggior ordine, ho diviso il tutto in due classifiche. La prima riguarderà i boss normali, la prossima vedrà invece di elencare quelli finali. Enjoy!


10. DARKSIDE - da KINGDOM HEARTS          -video-




Kingdom Hearts è stato il mio primo gioco per PS2, ed è una delle serie a cui sono maggiormente affezionato, (nonostante cerchi perennemente di sodomizzarmi), e il valore nostalgico che provo nei suoi confronti ha pochi eguali. Sebbene la battaglia con Sephiroth sia obiettivamente più intensa e spettacolare, lo scontro iniziale contro Darkside ha un impatto molto più devastante.
Oltre che godere di una delle migliori presentazioni mai avute da alcun boss, vi pone davanti ad un mostro colossale nel giro di pochi minuti dall' inizio dell' avventura, e il senso d' inadeguatezza che coglie il giocatore nei primi attimi di combattimento è disarmante.
Di contro, come ho accennato prima, ci sono però boss fights più concitate nello stesso gioco, e per questo si becca il fondo della lista.


9. SPIDER QUEEN - da OoKAMI      -video-







Il discorso fatto per Darkside si potrebbe applicare anche alla Spider Queen, con le dovute proporzioni. Infatti la si incontra a diverse ore dall' inizio del gioco, e tecnicamente è il secondo boss (molti sembrano dimenticare il combattimento contro Waka); ma come detto per il candidato qui sopra, l' impatto dell' incontro con questo mostro surclassa quello di molti suoi commilitoni più difficili da abbattere.
Un aspetto spesso sottovalutato di questo boss è il suo design decisamente disturbante, considerati i toni mediamente cartooneschi del titolo. Un fiore con degli occhi umani per bulbi, capelli di donna su volto di ragno, MANI GIRATE AL CONTRARIO. Oltretutto, nella versione originale il suo nome equivale più o meno a "ragno prostituta". E meno male che Ookami è classificato 12+!


8. MOONLIGHT BUTTERFLY - da DARK SOULS       -video-




Qualsiasi boss di Dark Souls è meritevole di una posizione in questa classifica. Ma tra tutte ho deciso ancora una volta di premiarne una che si svolge nelle prime fasi del gioco, tra l' altro del tutto opzionale.
Lo scontro con la farfalla lunare si distingue dal boss medio del gioco per richiedere un' approccio decisamente più pensato e meditativo, in quanto questa, dopo essersi librata in volo verso di voi (in uno degli scorci più poetici del gioco), comincerà a bombardarvi di colpi magici, verso i quali le vostre difese all' inizio del gioco saranno ridicole.
A peggiorare le cose ci sta il fatto che probabilmente sarete ben poco equipaggiati per il combattimento a distanza, obbligandovi quindi a due strategie: schivare i suoi attacchi aspettando che si posi vicino a voi per riposare e mazzolarla per bene in quel momento, o se disporrete di arco e/o magie, rispondere subito alle offese con colpi a distanza.


7. RIDLEY - da METROID OTHER M     -video-





A fare perdere molti punti a questa intensa boss fight è la stupidità del coccolone che viene a Samus prima d' iniziarla. Seriamente, Team Ninja, la ganja, se dovete fumarla, fumatela di qualità.
Ed è un vero peccato, perché a seguire c' è la boss fight forse più furiosa di tutto il gioco, e chiunque abbia giocato ad Other M ha ben presente quali picchi d' intensità i combattimenti raggiungano, quindi è tutto dire.


6. L' IDRA - da GOD OF WAR     -video-






Altro esempio ormai antologico di come iniziare il proprio videogioco. Se vuoi dimostrare a tutti quanto sia cazzuto il tuo nuovo action-adventure, cosa c' è di meglio di sparargli dritto in faccia il testone di una colossale idra giusto poco dopo aver imparato i domandi del gioco? A tutt' oggi forse la boss fight più iconica del franchise, al punto che ancora, a distanza di anni, dà molte piste in quanto a come realizzare uno scontro memorabile.



5. DARK SAMUS - da METROID PRIME 3: CORRUPTION     -video-







Il tema dell' opposto negativo è sempre stato uno dei più ricorrenti e affascinanti dei videogame. Laddove spesso è stata una scusa per creare un nuovo personaggio semplicemente alterando i colori di quello preesistente (i picchiaduro su questo ci marciano pesante), alcuni risultati sono encomiabili, e uno di questi è Dark Samus.
Abbandonando il design organico sfoggiato in Echoes, DS ritorna con un aspetto più high tech, nonché all' apice della sua potenza, al punto d' aver soggiogato sia la razza dei pirati spaziali, che gli altri cacciatori di taglie del gioco.
Qualcuno potrebbe dire che la sua presenza qui potrebbe essere scorretta, in quanto facente parte dello scontro finale del gioco. Verissimo, ma visto che il vero e proprio boss finale è l' Aurora Unit 313, penso che  Dark Samus si sia ritagliata il suo spazietto qui.
Il combattimento fa fede alla sua natura di nemesi della protagonista (ruolo in cui forse la supera soltanto Ridley), vista l' intensità, che unita a delle rare ferocia e astuzia, ne fanno un antagonista da non sottovalutare. Il suo utilizzo di sosia, attacchi combinati, e ampio sfruttamento del Phazon (l' infamoso minerale da cui si originò), costringeranno Samus a ricorrere a tutti i suoi mezzi - quali visori a infrarossi e raggi caricati - per adattare di volta in volta la propria tattica a quella del boss.



3. NEVAN - da DEVIL MAY CRY 3: DANTE'S AWAKENING       -video-




Il sesso vende, e lo dimostra che la vampira qui presente sia in terza posizione. Se escludiamo la sua innata attitudine verso gli attacchi elettrici, Nevan incarna perfettamente i dogmi dell' immaginario vampiresco (chiaramente luccichii di sorta NON ne fanno parte), sfoggiando durante il combattimento molte delle caratteristiche proprio dei suoi compari, quali il muoversi a velocità sovrumane, totale controllo su creature inferiori (vedi pipistrelli), e l' ovvio "sucaggio di sangue" (mossa con cui recupera energia).
Queste caratteristiche, unite alla suddetta abbondanza di attacchi elettrici di vario tipo - e soprattutto al fatto che finché non avrete ammazzato tutti i sorci volanti che le ronzano intorno non subirà il minimo danno - fanno di Nevan il boss più difficile del gioco, insieme a Beowulf e Vergil.


4. SAPIENTIA - da BAYONETTA      -video-




Bayonetta è un altro gioco che avrebbe potuto riempire da solo questa lista. Ma qui il problema si era risolto a decidere tra due combattimenti (contando che il boss finale Jubileus non è stato nemmeno considerato): Sapientia o la terza lotta contro Jeanne?
Per quanto sia un grande estimatore degli scontri 1 a 1 tra esseri umani in questo genere di giochi, il setting stesso della lotta contro Sapientia ha fatto terra bruciata. Cosa può esserci di più figo di abbattere un enorme mecha-angelo sulle acque di un mare in tempesta? Ben poco, direi.


2. JACK KRAUSER - da RESIDENT EVIL 4    -video-




Il famoso faccia a faccia tramite quick time events tra Leon e Krauser preannuncia già da sé uno scontro dai toni decisamente diversi rispetto al Resident Evil medio (contando comunque che il 4 rappresenta l' inizio della deriva action della serie), ricordando più classici del cinema quali Commando piuttosto che un film di Romero a caso. Qualcuno avrà di certo da ridire sul fatto che fosse il segno definitivo che la saga avrebbe deragliato dai canoni classici, ma per me il 4 è stato il primo gioco della serie, quindi fottesega.
Lo scontro si svolgerà secondo le meccaniche di un letale nascondino: Krauser sfrutterà le rovine in cui vi trovate per attuare una tattica mordi e fuggi, scagliandovi frecce esplosive, piazzando mine, e tendendovi agguati in cui vi assalirà, occasione in cui Leon (e quindi il giocatore) dovrà dimostrare di non essere da meno nel maneggiare il coltello.


1. INHERT - da ZONE OF THE ENDERS 2: THE SECOND RUNNER      -video-




Ancora una volta una bossfight che si distingue dalle altre presenti nel suo gioco. Certo va considerato che ogni boss di ZOE2 richiede di adottare strategie peculiari per il caso presente, ma Inhert riesce a risaltare ulteriormente, a cominciare dal suo design.
La caratteristica principale che distingue gli Orbital Frame da qualsiasi altro mecha mai ideato è la presenza di linee luminose sul corpo, cosa che Inhert manca, presentando anzi un aspetto che, unito alle sue capacità e alle piccole lame di cui dispone, sembrano suggerirlo come un robot anomalo - probabilmente un prototipo, in quanto è l' unico in tutto il gioco, oltre al Jehuty e all' Anubis, a possedere lo Zero Shift - . Unico vezzo, su un corpo tanto semplice, è la statua di un angelo guerriero impressa sul volto.
Lo scontro riflette la natura peculiare del mecha, in quanto Inhert farà di tutto per confondervi, nascondendosi dietro i pilastri semoventi della stanza, creando dei doppioni, e infine oscurando del tutto l' ambiente, costringendovi ad affidarvi all' I.A. del Jehuty per localizzarlo.
Se non vi sembra chiaro quanto mi gasi questa boss fight, aggiungo soltanto che Inhert è il mio personaggio preferito nella modalità VS Battle sbloccabile dopo aver completato la partita. Ed è quindi uno dei miei boss preferiti di sempre.



COMING SOON: FINAL BOSSES!

domenica 11 novembre 2012

Braveheart

Ci credete? A 22 anni non avevo mai visto Braveheart! Non che l' avessi evitato, ma non era mai capitata l' occasione, lo giuro!
Pazienza, comunque, sono un assertore del "Meglio tardi che mai", e... che dire? Sinceramente non so cosa dire che non sia già stato detto da tutti su uno dei film più famosi (e meritatamente) degli ultimi decenni. L' unica cosa che mi sento di dirvi è: non fate come me, non aspettate altri 22 anni per recuperarlo.

sabato 3 novembre 2012

Io e Te

Avanzo una teoria, dall' alto della mia risibile conoscenza della filmografia e biografia di Bertolucci: secondo me c' ha qualche problema con l' incesto. The Dreamers sappiamo tutti di cosa tratta, poi ho scoperto un suo vecchio film (La Luna) in cui la madre si fa il figlio. Poi qui abbiamo il figlio che, senza alcun motivo e senza nessuna ripercussione all' infuori di quella scena, chiede alla madre come si comporterebbe se sulla Terra rimanessero solo lei e lui.
Ognuno tragga le proprie conclusioni. In una recensione in rete ho letto che questo rappresenterebbe un nuovo capitolo del suo cinema (a 70 anni quanti altri potrà averne?). Io, da povero ignorante che sono, sospetto che qualche vecchio chiodo continuerà a portarselo ancora per molto.

Comunque, se togliamo una fotografia effettivamente bella, Io e Te non credo si distingua assolutamente dal film adolescenziale medio. C' è il ragazzo disagiato, la ragazza drogata, niente di nuovo. Oltretutto il casting lascia perplessi. Lui è proprio uno sbarbatello, anche come attore, ma alla fine è giustificato dall' età (15 anni), fedele a quella del libro. Lei invece sembra uno strano caso di distanza zero tra il personaggio e l' attrice: il personaggio del film è una fotografa catanese, l' attrice è una fotografa catanese!
Io spero sinceramente che quella non sia la sua parlata naturale, perché un accento così incraccato e strascicato non l' ho sentito manco alla fiera di Catania. E se quindi era una scelta di regia farla parlare così, beh, epic fail. Totalmente innaturale. I siciliani rideranno per la caricatura di sé stessi (lo hanno fatto alla proiezione a cui ho assistito), gli altri rideranno di noi.

A dirla tutta, comunque, non mi ha repulso come The Dreamers (che di scandaloso aveva la sua demenzialità), anzi, uscito dalla sala ero... soddisfatto? Non proprio. Ma manco schifato. Lo definirei un film "ok", anche se ho sentito pareri dal vivo molto più negativi, e capisco i motivi. Su tutti, per dare al film un' aria più compiuta, sarebbe stato mettere la conclusione presente nel libro di Ammaniti (che ho cercato, senza vergogna, su Wikipedia), e qui totalmente tagliata. Perché quel close up su Lorenzo alla fine lascia veramente l' amaro in bocca.

PS: lo dico anche io? Ma si che lo dico. La versione italian di Space Oddity di Mogol fa pena. Specie quando dieci minuti dopo senti quella originale. Ma che senso ha avuto metterle entrambe?

Dieci ragioni per giocare Pokémon Nero/Bianco 2 anche se hai giocato il primo





1. NON è COSì UGUALE ALL' ORIGINALE COME SI DICE

Premettendo che lamentarsi che un gioco dei Pokémon sia simile al predecessore è come lamentarsi che l' acqua sia umida, la tanto millantata somiglianza con il predecessore mi è sembrata molto inferiore a quanto si dica in giro. E comunque che senso ha lamentarsi di questa più o meno celata somiglianza. O ti piace o non ti piace.

2. MAPPA ESPANSA E AGGIORNATA




Al di là delle molte aree aggiunte, diverse di quelle riportate presentano dei cambiamenti estetici più o meno radicali. Certo mentirei se non dicessi che la sua dose di riciclo non ce l' abbia, ma è equilibrata dalle novità aggiunte.

3. NUOVE SFIDE SECONDARIE



Una cosa in cui secondo me alla lunga difettava molto il single player del primo era una certa carenza di sfide secondarie alla storia. C' era la Metro Lotta, si, ma poi?
I programmatori sembrano avermi origliato nel sonno, perché qui di varietà in tal senso ce n' è molta. Alla Metro si sono aggiunti il Pokémon World Tournament (che oltre che essere una sfida niente male rappresenta anche la gioia del fanservice di lunga data), con tornei di ogni genere e gusto, e la Torre Nera (o l' Albero Bianco, a seconda della versione), in cui bisogna farsi strada nei labirintici piani della struttura per scovarne il boss e sconfiggerlo. Per quanto quest' ultima non mi abbia fatto impazzire, rappresenta comunque una novità graditissima.

4. NON PIù SOLO IL POKéMUSICAL



Insomma, dai, esaurito l' effetto risata del mettere il gonnellino al Pokémon più tamarro a vostra disposizione, il Musical mi era venuto a noi abbastanza presto. Qui, parallelamente a quello, abbiamo anche la possibilità di partecipare ai film del Pokéwood, consistente in battaglie pilotate dal copione messoci in mano di volta in volta, e spesso il piacere nel girare le nostre pellicole stà nel capire che meccanismo seguire perché risultino decenti.
Unica nota dolente è il fatto di dover interpretare certe volte le criptiche indicazioni del regista, e se falliremo e ricominceremo daccapo, allora dovremo ripetere di nuovo tutte le scene fino al punto in cui ci siamo fermati.

5. MOLTI PIù POKèMON DALLE VECCHIE GENERAZIONI






Il Pokédex nazionale prevede ben 300 mostri da catturare, facendo di Nero e Bianco 2, in tal senso, i giochi della serie più espansi in assoluto. Questo, unito al Dream World (più in casi estremi tutti i trucchetti che qualsiasi appassionato conosce bene) gli permettono di farsi uno dei migliori "drim tim" possibili da sempre già con quelli disponibili da subito.

6. TANTE PICCOLE RICOMPENSE GRADUALI



Oh, ci voleva più di un ventennio perché Gamefreak capisse che un attestato di merda è semplicemente deprimente dopo che hai passato 300 ore a catturare tutti quei fottuti Pokémon, specie adesso che sfiorano i 650. Finalmente ci sono delle ricompense per il progressivo completamento del Pokédex, e l' ultima farà molto piacere ai suddetti appassionati hardcore. Più tante altre sorprese (qualcuno ha detto shiny?).

7. IL SOGNO DEI GIOCATORI A LIVELLO COMPETITIVO




E qui mi riferisco ai metodi di allenamento, in quanto qualsiasi giocatore sa dell' importanza, se si ha anche la minima intenzione di giocare a livello competitivo, delle statistiche del proprio Pokémon, e di quanto sia lungo e impegnativo raggiungerne il risultato prefisso. Adesso, grazie alla combinazione del buon "vecchio" Dream World e della Galleria Solidarietà (di cui parlerò dopo), ottenere il Pokémon che si desidera è considerevolmente più facile, e soprattutto rapido, senza contare anche l' introduzione di diversi "move tutors" che insegnano delle mosse mica da ridere.

8. LA GALLERIA SOLIDARIETà



Forse l' innovazione più interessante in fatto di multiplayer, e che spinge a sfruttare appieno il succitato Dream World. Sostanzialmente vi verrà affidato un centro commerciale, in cui dovrete invitare la gente di passaggio ad aprire i propri negozi, e poi a visitarli. La cosa interessante è che i visitatori che daranno maggior punteggio saranno gli avatar dei giocatori con cui interagirete (via scambio, via lotta, via visita alla propria casa online). Il perché sia cosa buona e giusta lo spiego già nel punto 7, ma aggiungeteci che potrete scegliere il nome e gli slogan del centro LIBERAMENTE. La mia scelta è scontata: Galleria Fottesega; gli slogan sono "Minchia!" e "Morite!"

9. E LA TRAMA DOVE LA METTIAMO?



Per quanto rappresenti ancora un aspetto secondario rispetto a quello che è il vero gioco, ancora oggi è da applaudire il fatto che finalmente i programmatori si siano sforzati di più nel tessere l' intreccio dell' avventura.
Se volete vedere i nuovi sviluppi di questa dovrete obbligatoriamente giocare l' episodio 2.
Ammetto che l' intreccio non mi sia garbato quanto il primo (troppo lento fino a tre quarti dell' avventura), ma è comunque piacevole vedere i luoghi e le persone di Unima due anni dopo.

10. KYUREM è FINALMENTE UTILE!




Nel gioco competitivo Kyurem è sempre stato bistrattato come un pessimo leggendario; vuoi per la cattiva distribuzione delle statistiche, vuoi per il suo pessimo tipo (Drago / Ghiaccio) le prendeva sui denti troppo facilmente. Le nuove fusioni con Zekrom e Reshiram finalmente gli fanno recuperare terreno. Se il problema del tipo rimane, il quadro generale è riequilibrato dal fatto che le forme Nera e Bianca possiedono, rispettivamente, l' attacco e l' attacco speciale più alto DELL' INTERO GIOCO. E scusate se è poco.

Ah, e se vi sbrigate a prenderlo siete ancora in tempo a scaricare Genesect tramite Nintendo Wi Fi Connection.





E giusto per onestà di cronaca, qualche motivo per cui non vorreste comprarlo.


1. POTRESTE ASPETTARE LA SESTA GENERAZIONE

Con il 3DS uscito da anni, ormai la nuova generazione dev' essere alle porte. Contiamo che magari l' anno prossimo l' annunciano e nel 2014 esce (sempre che non facciano la versione Grigia); non è poi una grande attesa.

2. NON VI SEMBRA CHE CI SIANO CAMBIAMENTI TALI DA GIOCARCI DOPO AVER COMPLETATO IL PRIMO

Cosa che ho smentito, ma alla fine è pur vero che si tratta della versione espansa del gioco di un anno fa.

3. NON VI PIACCIONO I POKéMON

E che ci state a fare qua? Pussa via.

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