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lunedì 20 febbraio 2012

"Il colonnello Chabert", di Balzac

Cosa ne rimane di un uomo una volta che è morto? O meglio, cosa ne rimane una volta che viene dichiarato morto? Secondo Balzac poco o nulla. A poco è valsa la caparbietà del colonnello contro i meccanismi della giustizia e la meschinità umana. E l' autore doveva intendersene bene, avendo lavorato per molti anni in uno studio legale, e avendo visto cosa fa la legge degli uomini.
Ma forse è anche peggio quello che fanno gli uomini a loro stessi. Come dice un personaggio di questa storia, in tanti anni di avvocatura gliene sono capitate da vedere di tutti i colori, e non c' è limite alla bassezza dell' uomo, specie davanti al denaro, vero motore di ogni sua azione.
Ciò nonostante, a dispetto della drammaticità dell' argomento, la storia si sviluppa non senza una certa ironia, e alla fine lascia con un sapore dolce amaro in bocca. Certo Balzac soffre un pò di quella abitudine dei romanzieri francesi ottocenteschi di allungare un pò il brodo, ma la sostanza vale decisamente la candela.

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