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giovedì 24 febbraio 2011

"The Surrogates", di Robert Venditti & Brett Weldele

Pescando a piene mani in un immaginario che vede il suo paradigma in film come Blade Runner e Matrix, e libri come quelli di Isaac Asimov (che ha indagato in parte queste tematiche), gli autori scelgono di approcciarsi ad un argomento di cui si è detto di tutto e di più.

Il risultato si può dire quindi originale? Lungi da me vantare una conoscenza dell' argomento tale da poterlo dire in senso assoluto, ma l' idea è piuttosto interessante nella realizzazione: un mondo in cui lo status simbol è rappresentato dal proprio replicante artificiale, tramite il quale vivere la vita di tutti i giorni senza timori di malattie, ferite, giudizi estetici. Quello che sembra a tutti gli effetti il sogno di chiunque è ottenuto al costo di una vita filtrata attraverso fibre ottiche e sensori di movimento, visto che si potrebbe benissimo non uscire mai di casa e svolgere ogni relazione umana attraverso il proprio replicante.

Le somiglianze con Blade Runner stanno anche nell' impostazione, visto che ci troviamo a tutti gli effetti davanti ad un poliziesco bello e buono, con tutti i risvolti filosofici del caso. Unici punti deboli della produzione possono essere il disegno (con uno stile minimalista graffiante, praticamente monocromatico, che piacerà o meno) ed un finale che si consuma troppo rapidamente. Merita comunque una lettura.

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