Cerca nel blog

venerdì 22 ottobre 2010

Machete

They call him Machete...
E se avrete la pazienza di spostare gli occhi a sinistra vedrete Machete. E ciò vi dice tutto sul film. Parliamo di un ex federale che combatte usando i machete (comunque prediligendo qualsiasi cosa tagli), percui diciamolo chiaramente, non è un film da proiettare al cinema parrocchiale la domenica pomeriggio.
Nel caso non si fosse ancora capito, parliamo di quella che probabilmente è la più grossa tamarrata partorita dal cinema nel corso di quest' anno. Se vivete di queste cose, o se solo volete vedere un pò di azione esagerata come non se ne vedeva da tempo, ecco a voi.
A vederlo sembra un classico film d' azione anni 80. I cattivi sono chiaramente i cattivi, tutti fanno una brutta fine, e i buoni sono buoni, sono cattivi solo coi cattivi. Più facile di questo.
Purtroppo forse il film si perde un pochettino in chiacchiere certe volte, dando l' impressione di prendersi troppo sul serio sul tema trattato (l' immigrazione dal messico), fortuna che poi vedi Machete che fa bunjie jumping con le interiora di uno e ti ricordi che stai guardando una cazzata fatta bene. Tra violenza a palate e ben poco velata, tette, tettine, tettone, e anche un pò di culi, e qualche battuta carina, il film scorre liscio. Decisamente worth watching, specie in lingua originale.

giovedì 21 ottobre 2010

"I miti di Cthulhu"; di Howard Philips Lovecraft

Primordiale, grottesco, cupo e angoscioso. I primi termini che rievoca il nome di Lovecraft, erede spirituale di Poe e padre di un certo tipo di horror, quello che sviscera le paure prime dell' uomo verso l' ignoto, spesso temuto non tanto per ciò che si vede quanto per ciò che s' immagina. E il temere ciò che non si conosce porta gli uomini, come i nostri antenati, a votarsi a divinità pagane, dei terribili dai poteri smisurati che in cambio del totale asservimento promettono la vita eterna in sfere dell' esistenza oltre il piano umano.
E' il pantheon di Lovecraft, che prendendo spunto da antichi culti ormai
estinti, crea una cerchia di figure spaventose; Nyarlathotep, Dagon, e il sommo Cthulhu, per dirne alcuni. (nota curiosa: pare che in realtà il politeismo di matrice lovecraftiana sia in realtà una leggera modifica di un culto veramente seguito dall' autore...!)
E gli uomini che potere hanno in tutto ciò? Ben poco. Spesso non riescono a ben definire delle presenze potenti eppure sfuggenti, e anche quando riescono ad identificarle di solito la loro mente ne è schiacciata, come nel peggiore degli incubi.

La raccolta contiene i racconti brevi che hanno dato origine al corpus primario delle storie sui Grandi Antichi. Non una lettura per tutti, poiché, come detto in apertura, sono letture dai toni cupi che alcuni potrebbero trovare pesanti. Ma a patto di riuscire a farsi affascinare da questa costante atmosfera di precarietà effimera, avrete tra le mani un libro che saprà afferrarvi e non mollarvi più.

lunedì 11 ottobre 2010

Viewtiful Joe [PS2] - Recensione




It's a viewtiful life! E Joe ne sembra convinto pienamente. D' altronde è il supereroe più cool che abbia solcato i nostri schermi, almeno quelli videoludici.
Detto chiaramente, la trama è banale e scontata, il contesto si salva unicamente per il carisma dei personaggi, il ché è anche l' unica cosa che conti veramente parlando di un action. Oltre a Joe, che è il re dei fighi, i boss sono dei ganzi niente male (Hulk Davidson was born to be wild!).
Di contro, gli ambienti già nella loro "clichosità" sono deliziosi, ripercorre molti dei luoghi dei vecchi film di fantascienza, horror, azione, e via discorrendo.
Tanto spettacolo visivo fa rimpiangere che non ci sia un altrettanto scoppiettante colonna sonora, che si presenta sì valida ma priva di pezzi che colpiscano particolarmente, tranne forse la musica delle boss battle (a cui comunque non presterete troppa attenzione, visto che cercherete di sopravvivere).

Ok, toltaci di mezzo la zavorra parliamo di quella che è l' anima del gioco.
Viewtiful Joe è un picchiaduro a scorrimento, decisamente vecchia scuola nell' animo, ossia intenso e con poca pietà per il giocatore. Questo per dirvi che la difficoltà del gioco è elevata. Affrontando il gioco a difficoltà Normale magari non lo troverete particolarmente ostico, ma già aumentando di un livello la difficoltà comincerete a notare un pò di differenze, specie nel consumo della barra VFX, che si esaurirà molto più velocemente.
Questa, in particolare, è la vera gemma della giocabilità. Ampliabile raccogliendo le "pizze" sparse nei livelli, essa permette di scatenare i poteri di Joe, che permettono di accelerare (e quindi colpire più velocemente, oltre che moltiplicarsi, addirittura), rallentare il tempo (per colpi più precisi), e anche di zoomare l' immagine (per colpi più potenti), potere questo combinabile coi primi due.
Tali poteri arricchiranno il repertorio di mosse di Joe, costituito da varie combinazioni di pugni e calci, espandibili spendendo crediti nel negozio che si aprirà tra un livello e l' altro.
I livelli fondamentalmente prevedono di andare da un punto A ad un punto B, con miriadi di nemici in mezzo a farvi il culo, puzzle da risolvere con l' ausilio dei poteri e qualche segreto da spulciare.
I nemici sono di varie tipologie, e pur non rappresentando grossi ostacoli (almeno nella maggior parte dei casi) una volta afferrato il pattern d' attacco (e quindi riuscire a schivarne i colpi per disorientarli e renderli indifesi), trovano la loro maggior forza negli attacchi di gruppo, visto che praticamente mai avrete davanti un' unico nemico; anzi spesso ne affronterete più tipologie contemporaneamente, e se vi farete circondare schivare i loro colpi sarà davvero tosta.
Per gli amanti delle sfide, come avrete capito, il gioco rappresenta una piccola perla da recuperare, specie ora che si può trovare usata per un tozzo di pane.

Sul fronte della longevità il gioco mostra un pò il tallone d' Achille. In una decina di ore, se non addirittura di meno, potreste finire il primo giro. Ma d' altronde per la sua tipologia sarebbe davvero strano (nonché forse sfiancante) proporre un' avventura eccessivamente lunga, considerando che questi giochi vivono della loro immediatezza e dell' intensità con cui bruciano. A migliorare comunque in tal senso la situazione ci pensano ben tre livelli di difficoltà superiori a quello Normale, ognuno premiante con un nuovo personaggio giocabile. In questa versione, rispetto a quella originale Gamecube, è particolarmente stuzzicante la presenza giocabile di Dante, della serie Devil May Cry.

Grafica: 8,5
Sonoro: 7,5
Giocabilità: 8,5
Longevità: 7,5

Voto: 8


lunedì 4 ottobre 2010

Il colore dei font

Come dimostrano gli ultimi due pezzi, inspiegabilmente Blogspot non mi permette d' inserire testo colorato. Spero che la cosa si sblocchi presto. Fino ad allora, sopportiate tutto questo bianco.

Ti potrebbe interessare:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...