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domenica 22 novembre 2009

Paranoia Agent - Recensione

Tsukiko Sagi è una giovane designer, sulla cresta dell' onda dopo aver creato il personaggio di Maromi, un cane che ha riscosso un grande successo di merchandising. Arrivato il momento di creare un nuovo personaggio, le idee tardano ad arrivare, e il lavoro viene interrotto del tutto quando, rincasando una sera, viene aggredita da un ragazzino su dei pattini dorati e armato di mazza da baseball. Gli investigatori Ikari e Maniwa indagano sulla faccenda, incerti su se sia un caso di simulazione di aggressione; almeno fino a quando altre persone non vengono aggredite con le stesse modalità. Le voci circolano, e così l' aggressore, conosciuto ormai col nome di Shonen Bat, diventa una leggenda metropolitana...

Questo è uno degli anime più difficili da recensire che abbia visto. È un opera talmente piena di livelli di lettura, sotto-significati, bizzarrie nella narrazione, che è per certi versi simile a Evangelion: sono entrambi anime assimilabili ad un genere specifico (fantascienza con mech uno, thriller l' altro), ma dentro di sé presentano tanti di quei sostrati che non si può dire in assoluto che possano piacere agli appassionati di tali generi.
Tutta questa introduzione è per farvi capire quanto sia difficile dare una critica alla trama di questo cartone, che di sicuro ne merita una approfondita, soprattutto senza fare alcuno spoiler sulle rivelazioni finali.
Quello che sembra più ovvio dalla visione è che il tutto sia una pesante critica alla società dell' iperproduttività inarrestabile giapponese. Che, si potrebbe dire, sia il "paranoia agent" del titolo, facendo anche il verso a Welcome to the N.H.K. (ma onestamente non so quale sia più recente tra i due). Tutti i personaggi vivono alienati, con sdoppiamenti della personalità, paranoie, ossessioni, certuni ridotti all' incapacità nel controllarsi, o anche solo con la più "semplice" depressione. E pure per quelli che sembrano più saldi, basta poco per demolire le loro certezze. E chi è Shonen Bat, l' aggressore che "redime" con la morte chi non ha più alcuna speranza? Come ho detto prima, è impossibile approfondire questi temi senza spoilerare, quindi lascio a voi il piacere di trarre le vostre conclusioni.

Volendo dare dei pareri più asciutti, i personaggi sono tutti ottimamente caratterizzati, e la trama, pur non avendo quasi mai vere impennate di ritmo, soprattutto per la natura psicologica della narrazione, non annoia (forte anche della brevità, 13 puntate), ma qui il gradimento è puramente soggettivo.
Tecnicamente il prodotto si presenta bene, con un design caratteristico per lo studio Madhouse, tanto che se avrete visto Tokyo Godfathers e Paprika (con cui Paranoia Agent ha molti punti in comune) lo riconoscerete subito; sul sonoro, all' ottima colonna sonora si accompagna un doppiaggio italiano di qualità.

In definitiva, quindi, un anime di qualità, che accompagna temi tanto complessi ad una narrazione ad ampio respiro apertissima ad interpretazioni.

Voto: 8,5

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